Con questa domanda si può riassumere la presentazione del libro “Piccoli esperimenti di felicità”, scritto da Henrik Groen e raccontato da Gianluca Sudati e Elena Lucchi.

In un BarLume pieno di residenti, Gianluca – giovane scrittore cremonese – ha ripercorso la trama del romanzo: il protagonista vive in una Casa di Riposo olandese, in cui esiste un’idea di cura un po’ diversa da quella della Fondazione ma dove spesso le problematiche personali sono le stesse. Per esempio, come sentirsi ancora felici?

La riflessione condotta da Elena Lucchi è diventata un dialogo incalzato dai residenti, ciascuno con la propria esperienza e la propria sensibilità.

«Anche se in una residenza come questa, noi siamo vivi, non siamo mica morti! Per questo l’autore ha voglia di essere un po’ ribelle e di stabilire delle prospettive davanti a sé»

Nei Paesi Bassi i residenti delle Case di Riposo sono più indipendenti e devono cercare di occupare il tempo in autonomia; come dice l’autore, nella cultura olandese non c’è spazio per le persone anziane perché tutto è troppo veloce. L’esperienza della Fondazione Germani mette in mostra una differenza: qui la persona è al centro, le attività sono organizzate e si dà maggiore attenzione al benessere psicologico. E si possono definire dei piccoli obiettivi per riuscire a vivere nuovi piccoli momenti di felicità.

«Se ogni giorno cerco il momento felice, allora sarà un giorno felice!»

La visita di un figlio, un sorriso in più, leggere le notizie sul giornale, prendersi cura dell’orto… Questi piccoli gesti elencati dai residenti sono esattamente quello che stiamo cercando. E se da soli non riusciamo possiamo sempre affidarci agli altri: l’unità di intenti può fare la differenza per raggiungere il nostro obiettivo che è la felicità.