A conclusione del convegno di mercoledì 15 febbraio 2023 sono stati presentati i risultati dell’esperienza con le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale all’interno della Fondazione “E. Germani”.

«Ciò che ci guida è la ricerca di un equilibrio tra la qualità della vita e la tutela della sicurezza: la persona è al centro» ha sottolienato la dott.ssa Isabella Salimbeni, direttore sanitario della Fondazione. Il modello operativo vuole che l’ambiente sia vivibile, fruibile e accogliente, con attività per rendere significative le giornate e dare senso al tempo; il modello organizzativo si basa sul primary nursing, valorizzando la comunicazione e consentendo l’applicazione di progetti individuali su misura.

«La relazione è lo strumento vincente per l’alleanza terapeutica tra residente, caregiver, familiari e operatori»

Il dott. Mario Antonio Cucumo ha presentato il percorso che ha portato all’introduzione dell’armadio farmaceutico e dell’Intelligenza artificiale fin dal 2021 alla Fondazione Germani, passando dal rinnovamento dei processi e dalla formazione del personale per garantire tempo alla relazione, quindi tempo di cura.

L’Armadietto Farmaceutico Elettronico ha permesso di ridurre il tempo di preparazione delle terapie e ha restituito all’infermiere tempo da dedicare alla cura del paziente.

L’Intelligenza Artificiale permette invece di monitorare i residenti 24 ore su 24. «Grazie ai dati raccolti, per esempio, abbiamo ridotto le cadute del 15% in 3 mesi». La tecnologia garantisce efficienza e personalizzazione perché aiuta gli infermieri ad intervenire nel momento giusto. «Così si favoriscono le normali abitudini di vita dei residenti e i parenti si sentono più sicuri»

A chiusura, il direttore generale Ivan Scaratti si è rivolto agli amministratori di RSA partendo dall’esperienza della Germani nel post pandemia.

«Partendo da una già alta qualità di cura, abbiamo voluto investire in qualità di vita e benessere. Non abbiamo introdotto la tecnologia per accelerare i tempi ma per recuperare tempo da destinare al core della nostra cura e assistenza: la relazione. Abbiamo investito in nuove tecnologie per migliorare in sicurezza, qualità di vita, benessere lavorativo, rapporto con i parenti. Quindi non per sostituire gli operatori ma per dare un supporto al lavoro degli operatori, perché è dalle persone, opportunamente formate e sostenute, che si crea il cambiamento»

Il direttore Scaratti poi concluso specificando che le tecnologie vanno sperimentate con coraggio ma anche con prudenza: è indispensabile che si crei un supporto scientifico culturale su questi temi, come proposto anche da AIP (Associazione Italiana Psicogeriatria).