A tagliare il nastro rosso inaugurale, poco dopo le 10,30 di ieri, sono state due ospiti, Cesarina, 89 anni, ed Angiolina, 90, che hanno ufficialmente sancito il via alla finta fermata autobus creata da Km, società di trasporto pubblico della città di Cremona, controllata da Arriva Italia, all’interno del Nucleo Alzheimer della Fondazione Elisabetta Germani. Una iniziativa nata per aiutare i malati ospiti del reparto “Madre Fiordalisa” a “prendere il pullman per ritornare  casa”, perché è questo il desiderio che maggiormente viene espresso da coloro che soffrono della sindrome neurologica. Come ha spiegato Isabella Salimbeni, direttore sanitario della Fondazione, “i malati di Alzheimer sono disorientati nel tempo e nello spazio, non hanno consapevolezza di essere malati e spesso esprimono il desiderio di “tornare a casa con il pullman”. La loro idea di casa corrisponde alla casa dalla quale provengono ma talora è quella della loro infanzia, oppure spesso un luogo immaginario in cui sono ad attenderli figli ancora piccoli o genitori malati ancora in vita, bisognosi di cure. Grazie ad Arriva e Km per quanto han fatto”. Numerosi studi ed esperienze sul territorio nazionale ed internazionale hanno dimostrato come la presenza all’interno di un nucleo Alzheimer di una fermata dell’autobus, ovvero di uno spazio con le stesse caratteristiche – una panchina, una pensilina, l’orario delle corse, eccetera – riduca lo stato di ansia di queste persone, rassicurandole di essere nel posto giusto per poter tornare a casa. Il presidente della Fondazione Riccardo Piccioni ha a sua volta ringraziato Km. “In questo modo – ha aggiunto il direttore generale Marina Generali – è come se le persone esterne si rendessero conto che quello dell’Alzheimer è un problema di tutta la collettività e di conseguenza se ne facessero carico”. Giorgio La Valle, amministratore delegato di Km Spa ha commentato: “Abbiamo aderito immediatamente a questa iniziativa felici di potere, con davvero un piccolo gesto, aiutare ben 34 persone che purtroppo devono lottare ogni giorno con questa malattia. Una fermata autobus consentirà loro di sentirsi più sicuri, più vicini a casa, di avere in qualche modo la possibilità di viaggiare e raggiungere con il pullman, proprio come dicono loro, i loro affetti”. Per rendere più credibile il tutto, sono state collocate alla parete retrostante la panchina delle pubblicità d’epoca. E in reparto si possono trovare anche dei vecchi telefoni “a rotella” e radio che riportano i pazienti ai momenti in cui la loro mente era lucida.

da La Provincia del 28/03/2019