Cingia de’ Botti, balzo dei casi e l’istituto si attrezza riconvertendo il centro diurno

“La malattia si modifica e occorre essere pronti ad adeguarsi alle nuove necessità”

I casi di demenza senile sono in aumento notevole dopo la pandemia e la Fondazione Elisabetta Germani, guidata dal presidente Riccardo Piccioni, si attrezza per essere sempre più centro di riferimento per le patologie di quel tipo. L’ultimo atto è la riconversione del Centro diurno integrato a Centro diurno ” SerenaMENTE”, un servizio di accoglienza per persone di età superiore a 65 anni con fragilità cognitive e/o psicologico-comportamentali. “Durante il periodo pandemico – osserva il direttore generale Ivan Scaratti – l’attività del Centro diurno è stata rimodulata in attività domiciliare. In questo periodo è emersa una evoluzione del bisogno rispetto a quello tradizionale con un aumento significativo di persone con bisogni cognitivi e comportamentali e per questo motivo siamo intervenuti per riqualificare e riaprire il Centro diurno con una rivisitazione degli ambienti, con un riordino funzionale degli spazi, e una revisione organizzativa supportata da un percorso formativo per gli operatori”. L’obbiettivo, aggiunge il direttore sanitario Isabella Salimbeni, “è quello di fornire una risposta completa e di filiera ai bisogni del territorio, dal domicilio con la RSA aperta all’Sos demenze, alla semiresidenzialità, con il Centro diurno Alzheimer alla residenzialità con il Nucleo Alzheimer, in un’ottica di continuità assistenziale e di accompagnamento”. A seguire le attività ci sono professionisti come la neuropsicologa Elena Lucchi, il medico Giovanni Bacchi e Michele Merlini, coordinatore dei servizi territoriali.

La Fondazione ha conferito un incarico all’architetto Enzo Angiolini per elaborare il progetto di trasformazione e riordino degli spazi. “Il Centro diurno vuole porsi come cuore pulsante di una serie di progettualità, laboratori, progetti, sperimentazioni ed attività di stimolazione della memoria, ricreative e di benessere psicofisico – sottolinea Lucchi -. Una realtà destinata ad essere di supporto ai nuclei familiari del territorio”. L’idea, aggiunge Salimbeni, è anche quella della creazione di un Caffè Alzheimer rivolto ai cittadini del Casalasco in collaborazione con le associazioni di volontariato e con Aima Cremona”. Il progetto di riconversione del centro, presentato all’Ats Val Padana, è risultato assegnatario di un finanziamento di 20 mila euro da parte di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, che Fondazione Germani ringrazia. Il contributo copre quasi il 50 per cento della spesa necessaria per completare le opere.

Il progetto comprende la creazione di una area di accoglienza utenti e famigliari e di una grande cucina terapeutica. “In parallelo – aggiunge Scaratti – si stanno reclutando gli operatori necessari che saranno sottoposti ad una appropriata formazione”.

La Lucchi sottolinea che “man mano che la malattia si modifica, bisogna essere pronti ad adeguarsi alle necessità della persona. Una volta la demenza veniva gestita in famiglia. Ora occorre una personalizzazione e una umanizzazione delle cure”. L’obbiettivo è cercare un approccio alternativo al semplice utilizzo di farmaci. Da rimarcare anche la collaborazione con Annalisa Losacco, consulente per la musicoterapia dell’ente.

 

 

da La Provincia del 05/07/2022